CONCLUSIONI.
Oggi si esaltano, si rivendicano e si riaffermano formalmente e retoricamente i principi su cui si fondano le società occidentali, le cosiddette democrazie liberali, di contro agli Stati cosiddetti sovranisti, in particolare quello della Russia e quello della Cina, distinguendoli da quelli di tipo sacrale, che si fondano sui principi assoluti e trascendenti della religione, perché anche essi dichiarano di essere espressione della volontà del Popolo, di essere stati eletti e scelti attraverso consultazioni popolari.
Gli occidentali rivendicano la libertà degli elettori nelle loro consultazioni elettorali di contro alla inesistente libertà, soltanto apparente, di quelle degli altri. Di fatto è anche soltanto apparente quella dei cittadini occidentali e soprattutto di quelli italiani, che sono chiamati a legittimare quanto è stato deciso da pochissimi capi-popolo o meglio capi-setta.
Ciò che differenzia le democrazie occidentali da quelle orientali, perché anche queste sono democrazie, in quanto il potere discende dal popolo, ma non rimane in esso, sta soltanto nel numero dei gruppi di potere che lo esercitano. Nelle democrazie occidentali sono tantissimi, da quelli istituzionali, da quelli sociali, da quelli economici a quelli occulti e a quelli illegittimi, mentre nelle democrazie orientali i gruppi paritetici si sono gerarchizzati, in quanto convergono in una piramide al cui vertice si è consolidato il potere di un gruppo che assomma in sé quello di tutti gli altri.
Immagino la democrazia occidentale come uno stagno in cui guazzano in superficie razze di pesci diverse che si combattono fra di loro e insieme attaccano quelli sottostanti, mentre le democrazie orientali come un picco da cui calano da diverse altezze rapaci che colpiscono gli animali sottostanti.
In fondo le democrazie orientali sono una derivazione di quelle occidentali, perché l’origine e la struttura è la stessa , ma un potere, o meglio il potere di un gruppo, assume la forza di tutti e domina gli altri.
La libertà del cittadino è soltanto un vessillo sbandierato da tutti, dietro al quale la volontà del Popolo è interpretata, orientata e trasformata in mille modi diversi dagli innumerevoli gruppi di potere che muovono le masse a loro piacimento.
L’egoismo naturale, che è il lievito della vita dell’individualità umana, rende sempre possibile il costituirsi e il trasformarsi di gruppi che si contendono il diritto di prevaricazione sugli altri e quindi l’affermarsi di interessi egoistici di parte sempre nuovi e sempre diversi. Perfino l’altruismo può diventare espressione e rivendicazione del proprio egoismo e dare vita a gruppi intolleranti di altri interessi e di altri egoismi.
La convivenza umana è mitigata nella sua ferocia soltanto dai sentimenti che sono sempre di breve durata e che appartengono alla sfera del singolo e da ideali che possono diventare centralizzanti nella sua esistenza.
Vittorio Pratola
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